SPELLO – TEATRO SUBASIO
Stagione di teatro contemporaneo
VENERDI’ 28 NOVEMBRE 2014 ORE 21.15
TEATRO SOTTERRANEO
Be normal!
Daimon Project
concept e regia Teatro Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri
scrittura Daniele Villa
luci Marco Santambrogio
consulenza costumi Laura Dondoli, Sofia Vannini
oggettistica Cleto Matteotti, Eva Sgro'
grafica Massimiliano Mati
disegni Claudio Fucile
produzione Teatro Sotterraneo
coproduzione Associazione Teatrale Pistoiese, Centrale Fies
sostegno al progetto BE Festival (UK), Opera Estate Festival Veneto, Regione Toscana
residenze Centrale Fies, Associazione Teatrale Pistoiese, Warwick Arts Centre
Teatro Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory
Cosa fai per vivere? Ho visto le migliori menti della mia generazione domandarsi se ti pagano, quanto, quante ore al giorno lo fai, per quanto ancora pensi di farlo, lo fai perché senti di doverlo fare o lo devi fare per soldi? Ho visto le migliori menti della mia generazione perdersi e lasciar perdere. Ho visto le migliori menti e anche le peggiori guardare dritto negli occhi il proprio daimon e sparargli, tanto che me ne faccio. Se dovessimo fare uno spettacolo teatrale parlerebbe di questo, ci sarebbero due attori più o meno trentenni, un maschio e una femmina, sarebbero italiani, persone comuni, e dovrebbero farsi un gran culo sulla scena, provare in ogni modo a fare non si sa bene cosa, il pubblico dovrebbe provare pietà per loro, poi per se stesso, poi tutto andrebbe sempre peggio, sarebbe un disastro, e forse potremmo farla finita per sempre con la domanda “Certo, teatro – ma di lavoro?”.
“Teatro Sotterraneo ritrova l’efficacia del suo linguaggio teatrale secco e ironico, un “misurato irrealismo” sulla dura vita dei trentenni.” Anna Bandettini,
VENERDI’ 12 DICEMBRE 2014 ORE 21.15
Finding beauty
drammaturgia Michelangelo Bellani
con Giulia Battisti, Michelangelo Bellani
regia C.L.Grugher
organizzazione Mariella Nanni
produzione La società dello spettacolo
con la collaborazione di Attack
È un lavoro sulla salvezza. Sulla salvezza della bellezza.
La bellezza vive sommersa al nostro tempo. Dunque ci si deve muovere nei sobborghi umani, nei bassifondi. “La bellezza salverà il mondo” scriveva Dostoevskij. Ora è la bellezza a dover essere salvata. Più che una storia è uno scorcio. Di un clown dislessico e una giovane donna dei nostri giorni. Il clown forse proviene dal celebre episodio del clown tragico narrato da Søren Kierkegaard il quale mandato ad annunciare l’incendio del circo, non è creduto dal pubblico che, pensando si tratti di un numero comico, scoppia a ridere e finisce bruciato dalle fiamme.
La giovane donna è presa (a caso) da una delle nostre famiglie.
Tra lampadine accese e spente, un dialogo che parla di incubi, traumi, sogni, della difficoltà di esprimersi ed usare le parole, dei poeti ammazzati che “non ce ne sono tanti nel mondo” e, infine, di esseri umani che in ogni caso r-esistono insieme a cercare/trovare.
“Intenso, con una felice interpretazione di Michelangelo Bellani nella parte del pagliaccio.”
Gaetano Massimo Macrì - Periodico Italiano Magazine
SABATO 10 GENNAIO 2015 ORE 21.15
BEAT 72
Stava la madre
Spettacolo vincitore Festival I teatri del sacro 2013
di Angela Demattè
uno spettacolo di Sandro Mabellini
interpretazione Angela Demattè, Giulia Zeetti
esecuzione e partitura musicale Antonia Gozzi
canzoni Ambrogio Sparagna
si ringrazia il Centro Sociale Barrio's per la residenza e Olimpio Mazzorana per la foto della croce
Angela Demattè, Sandro Mabellini e Ambrogio Sparagna si misurano con lo Stabat Mater di Jacopone da Todi. Ne nasce uno spettacolo comico.
La cosa certa è che ci sono tre donne sotto la croce. Chiamate ad interpretare le tre Marie in un film americano. Ma loro sanno poco, in fondo, di quella vicenda. La cosa certa è che deve essere una questione seria. Ne hanno sentito parlare, fin da bambine. Ma i secoli hanno fatto dimenticare loro cosa sia quel Cristo e quel dolore. Non lo vedono proprio. Certo, quelle canzoni che cantano ricordano loro qualcosa… qualcosa di molto profondo che hanno dimenticato però… boh. Poi c’è la vita e tutto il resto.
Il dialogo quotidiano tra queste semplici donne del centro Italia si contrappone continuamente alla partitura musicale, arricchita da un repertorio di canto popolare e dalle canzoni di Ambrogio Sparagna, la quale fa da continuo richiamo a qualcosa d’Altro. Ad un’altra epoca e ad un altro livello di umanità.
P.S.: Il testo di Angela Demattè è comico ma poi diventa drammatico pur rimanendo un po’ comico. Come la vita, praticamente.
“Lo Stabat mater di Jacopone da Todi attraversa i telefoni cellulari delle protagoniste, le canzoni popolari si intrecciano a sonorità sintetiche live, i piedi di un Cristo crocifisso incombono sulle attrici che passano senza posa, con magistrali micro variazioni del corpo-voce, dall’esilarante al tragico.” Michele Pascarella, Hystrio
VENERDI’ 30 GENNAIO 2015 ORE 21.15
LE NUVOLE E TEATRO STABILE DI NAPOLI /TEATRO MERCADANTE
L’avaro
libero adattamento da “L’Avaro” di Molière e “Aulularia” di Plauto
adattamento e regia Rosario Sparno
con Nunzia Schiano, Giorgia Coco, Stefano Ferraro
scene Enrico de Capoa e Rosario Sparno
disegno luci Riccardo Cominotto
costumi Alessandra Gaudioso
scenotecnica Gaetano di Maso
foto di scena Vincenzo Broccoli
grafica Luciana Florio
Interessante opera questa realizzata dalla compagnia Le nuvole di Napoli a partire da L’Avaro di Molière e Aulularia di Plauto.
Un classico certo, ma riproposto con estrema immediatezza e vivacità. Lo spettacolo è infatti parte di un importante progetto di collaborazione fra il Teatro stabile Mercadante di Napoli e il Teatro stabile Le Nuvole di Napoli che prevede l’adattamento di classici del teatro per un pubblico giovane.
La rilettura de “L’avaro”, capolavoro assoluto di stile ed eleganza narrativa, ci porta dritti nel cuore della Parigi di Molière, con i suoi vizi e le sue paure, i suoi lazzi e le sue buffonerie che tanto ci ricordano molti aspetti del tempo che viviamo ora.
Il nostro avaro accumula ma non investe, conserva ma non usa; possiede ma non condivide. E sono queste caratteristiche a rendere la sua avarizia un problema non solo personale ma sociale: l’avaro è il tipo antisociale per eccellenza.
SABATO 21 FEBBRAIO 2015 ORE 21.15
COMPAGNIA M’ARTE
Sinnavissi
di Sabrina Petyx
regia Giuseppe Cutino
con Caterina Marcianò e Sabrina Recupero
scena e costumi Daniela Cernigliaro
realizzazione video Ivano Iaia
un grazie a Emma Dante e a “
Nuovo spettacolo della compagnia siciliana M’arte, già ospitata con successo in passate stagioni del Teatro Subasio. Con l’intensità propria degli artisti del sud, lo spettacolo affronta con decisa verve comica e stile grottesco uno dei mali del nostro tempo: l’accidia.
Sinnavissi è come il vessillo di un'epoca abitata da un popolo pigro, indolente e rassegnato ma mai vinto. Perché per poter perdere bisogna almeno aver provato a combattere. Tanto, che deve succedere? “Che ti pare che le cose possono cambiare? Ma quando mai! Le cose così sono ed è inutile che ci stai a pensare!”. E il popolo delle boe aumenta di giorno in giorno, il popolo delle boe piano piano comincia ad invadere il mare… Sulla riva pochi si pensano ancora di potercela fare ma pochissimi davvero sanno che cosa fare, perché le boe galleggiano sempre, col freddo, col caldo, col bel tempo e con la mareggiata, “ed è inutile che ci stai a pensare!”. È inutile. Inutile? Mah! Io “sinnavissi” modo di riprendermi il mare... (s.p.)
Sinnavissi tempu ‘u facissi… il tempo non basta mai. Il tempo per fare le cose è un tempo così ampio… ma così ampio che, alla fine, si esaurisce in un niente… e quindi preferiamo non fare niente. Ma ci riempiamo la la bocca di tutto. Sinnavissi è il trionfo del nulla che circonda la nostra vita senza avere più la voglia di vestirlo a festa. Lì. Spiaccicato davanti a noi, sopra un letto, ci guarda, ci osserva, e ride della nostra pochezza. (g.c.)
VENERDI’ 13 MARZO 2015 ORE 21.15
Leonardo Capuano
Sa vida mia perdia po nudda
liberamente tratto da Delitto e castigo di F. Dostoevskij
di e con Leonardo Capuano
produzione 369 Gradi - Armunia
Liberamente tratto da Delitto e castigo di Dostoevskij, lo spettacolo inizia dove il romanzo finisce, con il protagonista Raskòlnikov in carcere per aver ucciso una vecchia strozzina impossessandosi del suo denaro.
Siamo nella palestra del carcere. Sul ring Leonardo Capuano, eccezionale attore di grande intensità ed esperienza, interpreta Raskòlnikov che si allena solo, corre sul tappeto, parla, suda, ricorda, tira colpi ad un manichino.
Un’ora di allenamento, un’ora di delirio in cui riaffiorano i luoghi, le vie, la sua stanza, e le persone della sua storia.
Raskòlnikov contro tutto, contro tutti quelli che lo sbeffeggiano in carcere e contro quelli che si sono spinti fin lì a cercarlo, a tormentarlo: li imita, li fa, li “recita”, li vive, con il suo sarcasmo, prendendoli in giro, sfidandoli su quel tappeto a lottare con lui, o mostrandone tutta l’amarezza, come quando la madre e Katerina Ivanovna nel suo ricordo si mischiano e diventano una sola donna che parla in dialetto al proprio figlio.
"Sul versante del palcoscenico l'exploit più fragoroso lo si deve a Leonardo Capuano, un carattere che appartiene geneticamente al delirio espressivo di one man show, autore-attore dotato di forte gestualità, traversata da uno stato emozionale scuro, piagato, doloroso, benché riesca ad impennarsi con sprazzi di piccola follia autoironica." Paolo Ruffini, PrimaFila
SABATO 21 MARZO 2015 ORE 21.15
teatro di lina
Zigulì
dal libro Zigulì di Massimiliano Verga, per gentile concessione di Arnoldo Mondadori Editore
con Francesco Colella
disegno sonoro Giuseppe D’Amato
musica originale Alessandro Linzitto
scenografia Salvo Ingala
aiuto regia Leonardo Maddalena
adattamento e regia Francesco Lagi
spettacolo vincitore Premio In-box 2013
spettacolo vincitore Festival Troia Teatro
Zigulì è il diario di un’esperienza estrema di paternità, racconta il rapporto denso e accidentato fra un padre e un figlio disabile. Parla della possibilità e della capacità di queste due persone di
contaminarsi l’uno con l’altro. Il padre e il figlio sono due sconosciuti che qualcuno o qualcosa ha costretto a conoscersi.
Il figlio, nel nostro spettacolo, rimane sempre invisibile, solo evocato e sempre presente
come una piccola e misteriosa divinità. C’è solo il padre, la sua fragilità di fronte
alla disabilità del figlio. La paura e il desiderio della morte. Il bisogno intimo di sparire.
La pallina dolce di una caramella e l’amaro di una lingua che lecca per terra. E poi le
testate, le spinte, i morsi, i graffi tra gli abbracci e le esplosioni di risate. E, qualche volta,
i baci. Perché in questa storia, che è soprattutto una storia d’amore, tutto accade
disordinatamente, senza nessun galateo sentimentale.
"Francesco Colella è intenso e credibile in tutte le sue sfumature […] Senza arma alcuna, solo con la sua semplice e diretta partecipazione ai fatti narrati, riversa sul pubblico tutte le sue diversissime emozioni, senza pietismi di sorta ma anche con momenti di rabbia e persino di ironia, portando luce in un mondo fatto solo di penombra." Mario Bianchi, KLP teatro
SABATO 25 APRILE 2015 ORE 21.15
Jacob Olesen
Primo
liberamente tratto da "Se questo è un uomo" di Primo Levi
con Jacob Olesen
adattamento di Giovanni Calò e Jacob Olesen
regia Giovanni Calò
produzione Enrico Carretta
musiche originali Massimo Fedeli
disegno luci Luca Febbraro
scene Antonio Belardi
i soggetti della scenografia sono tratti dalle opere di Eva Fischer
“A volte si sopravvive per poter raccontare. Primo Levi è sopravvissuto per raccontare. “Primo” vuole dare voce alla sua testimonianza, perché non si può dimenticare, non si deve. L’intensità e la leggerezza della parola di Levi, insieme alla grande valenza letteraria del suo racconto, hanno favorito il nostro lavoro e mostrato la strada da seguire. I suoi dialoghi hanno già una forza teatrale e la descrizione che fa degli uomini aiuta il lavoro dell’attore.
Si tratta quindi ancora di raccontare, anzi di raccontare nel modo più immediato e amplificato, di far rivivere l’esperienza di Levi e dei suoi compagni scomparsi, a un pubblico diverso e più vasto, alle nuove generazioni. La sua testimonianza viene rappresentata con stupore razionale, semplicità e, per quanto possibile, con leggerezza, per guidare lo spettatore a una conclusione, a una sentenza, senza gridargliela nelle orecchie, senza dargliela già fabbricata. Per questo motivo c’è molta attenzione, oltre che alle atrocità, anche verso momenti ed episodi di vita quotidiana, di distensione, di sogno. Cercando di conservare la carica umana dei personaggi, anche se annientati dalla violenza e consumati dal conflitto permanente al quale cercavano di sopravvivere”. Giovanni Calò
BIGLIETTI
Intero € 12
Ridotto € 9 (sotto 26 e sopra 60 anni)
Spettacoli Laboratori Teatrali (fuori abbonamento) € 7
La biglietteria è aperta il giorno di spettacolo dalle ore 18 Tel. 0742 301689
ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI
Intero € 75
Ridotto € 52 (sotto 26 e sopra 60 anni)
ABBONAMENTO A 4 SPETTACOLI A SCELTA
Intero € 40
Ridotto € 30 (sotto 26 e sopra 60 anni)
(gli spettacoli scelti vanno comunicati al momento della sottoscrizione)
PRENOTAZIONE TELEFONICA ABBONAMENTI
Telefonando a Fontemaggiore tel. 075 5286651 – 075 5289555 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16
RITIRO ABBONAMENTI PRENOTATI e acquisto nuovi abbonamenti
presso il Teatro Subasio mercoledì 26 e giovedì 27 novembre ore 17.30 -19.30; venerdì 28 novembre ore 17.30 - 20.30.
PRENOTAZIONI TELEFONICHE SPETTACOLI
Fontemaggiore tel. 075 5286651 – 075 5289555 (dal lunedì al venerdì ore 10-16)
Teatro Subasio tel. 0742 301689 (solo i giorni di spettacolo dalle ore 18)
INFORMAZIONI
Fontemaggiore tel. 075 5286651 – 075 5289555
Teatro Subasio tel. 0742 301689 (solo i giorni di spettacolo dalle ore 18)